02 / 11 / 2012 Si è spento oggi, a 70 anni, Alberto Calligaris. Autentica memoria storica degli anni pioneristici del Baseball a Ronchi dei Legionari, fu il primo Presidente dei Black Panthers. Per me, quasi coetaneo di suo figlio Riccardo, oltre a rappresentare una fonte inesauribile di aneddoti di quei primi anni, Alberto è stato e sarà sempre quella Voce che al microfono del Gaspardis raccontava le gesta delle Pantere Nere quando da bambino andavo allo Stadio. Un ruolo che poi mi lasciò tantissimi anni fa e che io ho svolto, e svolgo quando a volte mi ricapita, con l'esempio di Alberto sempre a farmi da guida. Sotto riporto il comunicato stampa dei New Black Panthers, non prima di un sentitissimo Ciao, e grazie, Alberto.
Il suo nome, a Ronchi dei Legionari, ha sempre significato il baseball e la sua lunga storia. Si è spento oggi, a 70 anni, Alberto Calligaris che, nel 1959, a soli 17 anni, era diventato il primo presidente dei neonati Black Panthers. Per molti anni impiegato a quella che era la Cassa di risparmio di Gorizia, Calligaris, ronchese doc, figlio di quel Giuseppe apprezzato direttore d'orchestra, lascia la moglie Loderana ed il figlio Riccardo. Ha ricoperto l’importante carica fino al 1961, per poi passare la mano a Felice Giacconi. Ma non per questo egli ha lasciato l’ambiente del baseball diventandone un vero e proprio testimone delle varie tappe del sodalizio ronchese. Quanti ricordi da quando, nell’estate del 1958, a Ronchi dei Legionari cominciò a far capolino questo strano sport di origine americana. Solo un anno dopo la fondazione ufficiale ed il nome Black Panthers viene preferito a quello di “Saskatchewan Boys Club”, dando così avvio ad un’avventura che, tra alti e bassi dura tutt’oggi. Allora Calligaris aveva solo 17 anni e nella sera del 20 giugno 1959 venne eletto al vertice di quell’appassionato manipolo di giovani che aveva pensato proprio di fondare la prima associazione del baseball a Ronchi dei Legionari. Calligaris, colpito da bambino da una grave forma di poliomelite, era comunque un grande cultore del “batti e corri”. “Si giocava allora con una pallina da tennis e un pezzo di legno come mazza" – ricordava solo poco tempo fa Alberto Calligaris - "rifacendoci a quanto avevamo potuto vedere su alcuni filmati e quanto ci aveva detto il grande Armando Filiput. II primo, vero materiale da gioco ci fu consegnato dallo stesso Filiput solamente nel 1959 al termine di una partita dimostrativa svoltasi allo stadio Lucca tra due formazioni triestine, l’Alpina e il Cus. Furono anni difficili" - commenta ancora Calligaris - "quando, oltre alle difficoltà logistiche e finanziarie, c’era da combattere anche con lo scetticismo della gente nei confronti di questo sport. Ma fu un atteggiamento che durò poco, visto che ben presto moltissimi appassionati iniziarono ad interessarsi a noi”. Già allora uno dei problemi maggiori era quello della promozione, ma non mancavano certo le idee. “Nell'estate del 1959" – continuava Calligaris - "in collaborazione con I'Ussi e la Coca Cola organizzammo all'estivo Excelsior la proiezione del film 'Prigioniero della paura', con Antony Perkins, che raccontava proprio la storia di un giocatore di baseball americano. Fu un grande successo, come lo fu nell'inverno dell'anno seguente, con l’allestimento di una vetrina in piazza Oberdan dedicata proprio a questo sport. La fotografia fini sulle pagine di un giornale specializzato”. E ci fu un altro personaggio che in quegli anni fu di grande aiuto per la nascita del baseball cittadino: Enrico Gaspardis, alla quale la societa, più tardi, ha intitolato lo stadio di via Soleschiano. “Non volle mai interferire in maniera diretta sul nostro lavoro" - ha detto ancora Calligaris - "ma il suo contributo fu determinante per muovere i primi passi. E nel '59 la prima uscita ufficiale con un torneo propaganda, organizzato a Monfalcone”. Alla famiglia le sincere condoglianze da parte del direttivo dei New Black Panthers. |
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