25 / 08 / 2004 Fallimento e' il termine che meglio descrive la disastrosa partecipazione olimpica della rappresentativa italiana. Una squadra che non solo e' riuscita a portare a casa una sola vittoria, classificandosi ultima, ma che si e' dimostrata molti gradini sotto le avversarie, a dispetto del "possiamo giocarcela con tutti" inopinatamente sbandierato sino alla vigilia. Ultimi in classifica, con la peggior media plg di squadra (7.17) e la peggior media difesa (957, 11 errori in 7 partite). E tutto questo con una nazionale imbottita di oriundi: 14 giocatori di scuola straniera su 24. Questi "giocatori di scuola straniera" non ci servono, anzi. Prendiamo il settore piu' "oriundo", ed una delle grandi
delusioni, il monte. Il fallimento comunque va ben al dila' della spedizione in terra di Grecia. E' il fallimento di un modello costruito attorno all'importazione di oriundi in quantita' invece che sul far crescere i giocatori italiani. Una strada che drena le poche risorse di uno sport sempre piu' in crisi di spettatori verso gli atleti italo-qualcosa, lasciando poco o nulla ai vivai. Se poi qualche giovane emerge allora si trova la strada sbarrata dagli oriundi, a volte perche' piu' forti, spesso solo perche' oriundi. Ci si lamenta ad esempio che non ci sono interbase italiani, ed il miglior prospetto in tale ruolo e' due anni che non gioca con continuita' perche' la strada e' chiusa dagli stranieri. La disfatta di Grecia ha dimostrato che in nazionale gli oriundi non
ci servono. Certo il monte italiano, senza oriundi (8 sui 9 pitcher convocati)
e' ben poca cosa. Bisogna far crescere i nostri giocatori. |
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